Non è revocabile il trust in assenza del requisito soggettivo del “consilum fraudis”
Onde poter accogliere l’azione revocatoria , proposta ex art. 2901 c.c., il Giudice può valutare la sussistenza del requisito soggettivo del "consilum fraudis" anche in via presuntiva, evidentemente quando gli elementi presuntivi sono gravi, precisi e concordanti (ex art. 2729 c.c.). In tal senso ha statuito il Tribunale di Cosenza con la sentenza del 13 agosto 2017 n. 1632; difatti ha statuito che l’atto devolutivo del trust non comporta alcun beneficio patrimoniale al disponente che posto in essere il negozio al fine di garantire "...una gestione unitaria del patrimonio di famiglia, tutelarne la redditività in favore dei beneficiari garantendone autonomia economica, patrimoniale e finanziaria, soddisfacendo altresì le esigenze abitative primarie degli stessi”. Difatti, non essendo costituito un trust per adempiere a preesistenti obbligazioni, ma per soddisfare esigenze eminentemente personali e familiari del disponente, il tribunale con la sentenza oggi in commento, ha statuito che, nonostante la sussistenza di un consolidato orientamento che ritiene meritevole di accoglimento l’azione revocatoria revocatoria, evidenzia seri dubbi circa tale ipotesi in relazione alla prova della ricorrenza dell'elemento soggettivo in capo al debitore. In relazione alla esatta configurazione dell'elemento soggettivo dell'azione, deve evidenziarsi che l'atto dispositivo impugnato sia stato pacificamente compiuto a titolo gratuito. L'accertamento in ordine alla natura dell'atto deve essere condotta con espresso riferimento al fatto che l'onerosità si fa dipendere dall'esistenza di un immediato vantaggio patrimoniale in favore del disponente, non necessariamente sussistente in un contratto a prestazioni corrispettive o corrispondente alla perdita subita, ma in ogni caso capace di costituirne la ragione giustificativa.